L’industria della moda sembra essersi sollevata dal torpore che la legava a sistemi obsoleti in cui le parole sostenibilità, upcycling, green non trovavano posto, impegnandosi ora attivamente nel tracciare un nuovo sistema di produzione e progettazione che abbia quelle parole e quei concetti al proprio centro. Così vediamo brand, designer e creativi cercare di definire nuovi panorami progettuali che abbiano a cuore la creazione di collezioni a minor impatto ambientale possibile, una pratica in cui la sperimentazione e la ricerca è tutto.
E se parliamo di sperimentazione, non possiamo che nominare Rick Owens, paladino dell’estetica avant garde e designer visionario, che proprio grazie a questo sistema di pensiero improntato su una continua ricerca progettuale è riuscito a sconvolgere e rivoluzionare il mondo della moda degli ultimi decenni. Un percorso unico e fuori dal comune, che ci ha dimostrato una volta per sempre che, dal designer, possiamo aspettarci veramente di tutto.
Così, combinando la sua irrefrenabile indole all’innovazione e approcciandosi a pratiche sostenibili, Rick Owens ha fatto personalmente uno scouting di giovani talenti per cedere a un nuovo volto il compito di confezionare una capsule collection interamente green, a partire da alcuni pezzi d’archivio del brand. E quando Rick Owens ti chiama per collaborare a una capsule con capi e deadstock dal suo archivio, che fai? Swampgod ha risposto, subito.
Se il nome non ti suona nuovo, forse è perché Swampgod era già nei nostri radar da qualche tempo—ne avevamo parlato qui—, e come noi, anche Rick Owens è rimasto affascinato dalle creazioni DIY, upcycled e decostruite del brand emergente, al punto che ha deciso di affidare al giovane designer ventisettenne la progettazione e confezione della capsule ideata in esclusiva per MODES Milano.
“Ho chiesto a Swampgod di rielaborare alcuni pezzi delle stagioni passate, con lo stesso approccio con cui io ho iniziato a lavorare sulle mie collezioni 20 anni fa. I nostri capi saranno letteralmente distrutti e riconfigurati in nuovi modelli, in un processo di decostruzione delle mie stesse decostruzioni. Ho scoperto Swampgod su Instagram (ovviamente) e quando ho visto che abitava anche lui al Lido di Venezia l’ho preso come un segno e l'ho invitato a smontare e rimontare i nostri capi in azienda, a 160 chilometri di distanza, rendendolo praticamente un progetto di vicinato.” - Rick Owens
Nasce così un progetto di capsule genderless e senza tempo, interamente sostenibile, nata da pezzi d’archivio e materiali di scarto dall’azienda manifatturiera del brand. Un progetto che estetizza i processi sostenibili, incarnati da capi dal design ricercato simbolo sia del giovane marchio che del mondo creativo di Rick Owens, e che ci dimostra che una moda cosciente, attenta e che dà spazio ai giovani talenti può realmente esistere all’interno del mercato.
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